San Giovanni

BASILICA | CATACOMBA | CRIPTA DI SAN MARCIANO

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Servizi disponibili : Visita guidata, interprete, accesso facilitato per disabili.

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Gennaio: chiuso.

Febbraio:
dal Martedì alla Domenica. Lunedì chiuso.
  • dal 13 al 18: 9:30-12:30;
  • dal 19 al 29: 9:30-12:30 / 14:30-17:30.
Marzo: dal Martedì alla Domenica. Lunedì chiuso*.
9.30-12.30 / 14.30-17.30 (*lunedì 25 aperto).

Aprile - Giugno: 9.30-12.30 / 14.30-17.30;

Luglio: 9.30-12.30 / 14.30-17.30;

Agosto
: 10.00-13.00 / 14.30-18.00;

Settembre - Ottobre
: tutti i giorni 9:30-12:30 / 14:30-17:30;

Novembre: dal Martedì alla Domenica. Lunedì chiuso.
Dall'1 al 10: Mattina: 9.30-12.30 // Pomeriggio: 14.30-16.30.
Dal 12 al 30: Mattina: 9.30-12.30 // Pomeriggio: chiuso.

Dicembre: in aggiornamento

La Catacomba di San Giovanni

Non vi è luogo a Siracusa dove si possa udire con maggiore forza la voce del silenzio

Antiche cisterne, pozzi profondi, grandi rotonde e camere sepolcrali si innestano e si sovrappongono in un intreccio di ampie gallerie sotterranee prodotte dall’estrazione della pietra: è qui che il Cristianesimo, appena nato in Sicilia, ha raggiunto l’apice della sua forza espressiva. Diversamente da come ci hanno abituato a vederle il cinema e la letteratura, le Catacombe non rappresentano dei nascondigli per i cristiani in fuga dalle persecuzioni, né tristi musei della morte; esse costituiscono, al contrario, un mondo complesso e affascinante che, ancora oggi, attraverso le testimonianze imprese sulla roccia è in grado di raccontare un’interessante storia vissuta dai nostri antenati quasi duemila anni fa.

Giunti con le navi da Oriente, a Siracusa i cristiani fondarono una delle più grandi comunità del mondo occidentale, annunciando il Vangelo attraverso le parole, ma soprattutto attraverso le immagini. A poco a poco essi condensarono tutti gli elementi mitici già presenti nella cultura greca pagana con le nuove verità di fede dando, così, vita a nuovi simboli religiosi e, persino a nuove immagini di Dio. Certamente i cimiteri, quali erano le catacombe, in quanto luoghi di sepoltura e di pellegrinaggio, accolsero prima di altri queste immagini, al fine di spiegare il passaggio dalla vita alla morte e celebrare la memoria dei santi e dei martiri.

Visitare la Catacomba di San Giovanni significa, pertanto, trovarsi faccia a faccia con un’immensa Bibbia illustrata, in cui Nuovo e Antico Testamento si fondono, rivelando il volto universale del Cristianesimo.

Tramite un passaggio scavato nella roccia, alle spalle della Basilica di San Giovanni, si accede alla galleria principale della Catacomba: un tunnel lungo quasi cento metri con le pareti costellate da piccoli loculi; un solco, appena sotto la volta in pietra, segna il percorso di un antico acquedotto greco e ci ricorda le origini del cimitero sotterraneo. Man mano che ci si addentra verso la zona più densa di sepolture, cominciano ad affiorare i segni incisi sulla superficie delle tombe e le pitture ottenute con larghe pennellate rosse, brune e gialle: è il paradiso dei primi cristiani, dove bambini piccoli, nobili e indigenti, vescovi e sante vergini, trovarono una degna collocazione. Poco prima di raggiungere il fondo della galleria, un affresco con più soggetti, sulla destra, ci dice che siamo in presenza di una sepoltura importante: qui fu sepolta una vergine siracusana, la cui anima è ritratta mentre viene incoronata direttamente da Gesù Cristo.

Intorno a voi vedrete tombe ad arco con più di venti sarcofagi, scavati l’uno dopo l’altro, a formare grandi cappelle di famiglia. Tutte insieme esse formano un reticolo di circa diecimila sepolture. Seguendo l’alternarsi di luci e ombre, verso Sud, ci si ritrova nella parte più suggestiva della Catacomba di San Giovanni, ovvero all’interno del sistema di cisterne scavate nella roccia che, una volta abbandonato l’acquedotto, sono divenute delle vere e proprie cappelle monumentali: la rotonda di Marina, quella di Adelfia, il cubicolo di papa Eusebio e la rotonda delle Vergini consacrate. La grandiosità delle loro sepolture è seconda solo alle catacombe romane e mette chiaramente in evidenza il ruolo che questi personaggi illustri hanno avuto all’interno della comunità cristiana di Siracusa. Come mai una nobildonna è stata raffigurata all’interno di una conchiglia e sul suo sarcofago sono stati rappresentati più di 60 personaggi biblici? Come è possibile che Fotina e Filomena vissero 80 e 84 anni? Scoprirete la storia di papa Eusebio che fu sepolto in un sepolcro scenografico a tre livelli a pochi passi dalla tomba della giovane Euskia, che fu una delle prime testimoni della festa di santa Lucia.

Ripercorrendo la galleria principale, verso l’uscita, una lastra di pietra, posta a terra in una delle vie secondarie, ricorda che all’interno di questi ipogei si celebravano messe in suffragio dei defunti e riti funebri, che l’anima veniva curata e accudita con preghiere e offerte di cibi e bevande, che la morte è solo un passaggio verso la vita eterna.

La Basilica di San Giovanni

L’antico luogo sacro a cielo aperto in cui si incontrano Cristianesimo e Paganesimo

Di chiese senza tetto in Italia ce ne sono tante, nessuna di queste però è in grado di raccontare, come la Basilica di San Giovanni a Siracusa, un arco di tempo che va dai primissimi anni del Cristianesimo ai giorni nostri. Numerosi sono stati i terremoti che hanno provato a distruggerla, ma la chiesa è rinata ogni volta più bella, conservando un fascino irresistibile che non è stato per nulla scalfito dall'incedere del tempo. Con le sue due facciate, quella normanna e quella barocca, ancora perfettamente visibili all'esterno, essa si inserisce nel sistema di palazzi moderni, prospicienti la piazza, e sembra voler annunciare in tutte le direzioni la sacralità del luogo a cui si accede non appena si oltrepassa la porta di ingresso. Qui san Marciano, nell'anno 39 d.C., avrebbe fondato la più antica comunità cristiana del mondo occidentale e preparato le condizioni ideali per accogliere l’apostolo Paolo, giunto a Siracusa nell'anno 61.

Il passaggio degli apostoli in questo luogo è ricordato simbolicamente dalla presenza di numerose colonne scavate nel calcare, che furono prelevate da un tempio pagano poco distante e collocate all'interno della basilica in epoca bizantina. Alla straordinaria opera dei Normanni si deve, invece, il grande rosone centrale che infonde al pellegrino un senso di pace e serenità che pochi luoghi riescono a dare. Non meno elegante appare il portico esterno con elementi in stile gotico-catalano, come le ricche decorazioni floreali dei capitelli e le colonnine tortili, che costituirono l’atrio d’accesso alla nuova chiesa, costruita in posizione ortogonale alla precedente, dopo il terremoto del 1693.

Nonostante le numerose ricostruzioni l’aspetto originale della basilica è, ancora oggi, visibile al punto che, attraversando la navata centrale in direzione dell’altare, si ha la sensazione di essere all'interno della primissima chiesa di epoca bizantina mentre, volgendo lo sguardo verso destra, ci si ritrova immersi nell'atmosfera suggestiva dell’antico tempio pagano.

La cripta di San Marciano

La chiesa sotterranea con i santi alle pareti che ispirò Caravaggio

Ritornata a nuova vita dopo un recente restauro, la Cripta di San Marciano è certamente uno dei luoghi da non perdere durante la vostra visita nella città di Siracusa. Numerose sono le ragioni che rendono questa chiesa sotterranea unica e affascinante, prima di tutto la sua conformazione architettonica: essa si presenta scandita in tre ambienti di diversa misura, che nel corso dei secoli hanno avuto molteplici funzioni, da quelle strettamente legate alla sepoltura dei primi cristiani alle pratiche devozionali e liturgiche.
Altro aspetto estremamente interessante è la commistione degli elementi decorativi: la parte centrale, raggiungibile attraverso una scalinata di epoca medievale che la mette in diretta comunicazione con la Basilica soprastante, è delimitata da arcate separate da grossi muri in pietra, sui quali si innestano come perle rare i capitelli di epoca tardo bizantina con i quattro evangelisti.
In bassorilievo, riconoscerete la figura del leone e dell’aquila, dell’angelo e del bue.
In fondo, un piccolo altare di recente costruzione, chiude il rettangolo centrale e invita l’osservatore a guardare più in alto, verso gli affreschi sulle pareti, è qui che vivono sospesi santa Lucia, san Marciano, san Giovanni Battista, la Vergine con il Bambino e poi, ancora, apostoli coronati da nimbi, eremiti avvolti nel loro saio e santi a cavallo. Immobili e con gli occhi sgranati, queste figure colpiscono perché fissate in uno spazio senza tempo, quello della grazia divina, a lungo ricercata in questo luogo dai devoti che, per secoli, sono venuti a venerare il sepolcro del primo vescovo di Siracusa, Marciano, e l’altare di san Paolo.
È proprio questo, forse, l’aspetto che più affascina il visitatore, ovvero che da queste sacre pietre è partita l’evangelizzazione della Sicilia facendo di questa cripta un punto di riferimento importante per tutto il mondo cristiano occidentale. Lo stesso Caravaggio, durante la sua breve sosta a Siracusa, raffigurando il Seppellimento di Santa Lucia per il vicino convento francescano, condensò l’atmosfera altamente suggestiva di questo luogo, ricchissimo di contrasti luminosi, nell’alto muro alle spalle dei personaggi.
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